Andar per erbe spontanee
Fra prati e pascoli alpini
La raccolta delle erbe spontanee per uso alimentare, terapeutico e cosmetico è un’attività antica che proviene dalla tradizione trentina e che permette di confezionare ricercati prodotti contenenti i sapori, le essenze e i profumi delle nostre montagne.
La grande varietà di erbe spontanee in Trentino significa anzitutto una cosa: che il territorio è sano. Niente meglio della presenza di determinate piante, infatti, può testimoniare la salubrità dei suoi terreni e delle sue acque. Una regione dove le condizioni del terreno, la qualità dell’aria e altri fattori come l’esposizione ai raggi del sole o l’umidità del sottosuolo concorrono all’unisono a una maturazione ottimale delle erbe spontanee.
Piccole specialità che comunicano il territorio e i valori dei loro raccoglitori: il rispetto della natura, la tenacia nelle difficoltà, la pazienza della ricerca, la perseveranza nell’affrontare la fatica e le intemperie.
Ma come comincia il viaggio-lavoro del raccoglitore di erbe? Pochi passi fuori dalle aree abitate, nei prati che pazientemente attendono lo sfalcio, dove i suoi occhi attenti individuano i primi tesori della natura: il tarassaco, la silene e la bardana. Si prosegue poco più in là lungo torrenti, dirupi e scarpate per cominciare a salire in quota. Man mano che si sale d’altitudine, la vegetazione e l’aria diventano rarefatte: qui dimorano altre erbe spontanee, aromi diversi, nuove forme e colori. Quassù, dove il bosco lascia spazio alle malghe, crescono l’ortica ed altre erbe d’alpeggio, come il buonenrico.
Ogni tanto si incontrano anche specchi lacustri e cascate e qui, semi-sommerso nelle pulite acque di montagna si incontra il crescione acquatico, vero e proprio indicatore della loro purezza. All’appello mancano solo le erbe spontanee di alta montagna fra ghiacciai e ripidi pendii, come l’ambito aglio della regina e il radicchio dell’orso, le più difficili da raggiungere.
Altre erbe e fiori spontanei che puoi incontrare sono:
- Genziana
- Carlina Acaulis
- Colchico d’autunno
- Vulneraria del Monte Baldo
- Botton d’oro
- Zafferano alpino
- Orchidea maschia
- Biscutella montana
- Arnica
- Campanula glomerata
- Peonia officinale
- Semprevivo maggiore
- Giglio martagone
- Genziana di Koch
Negli ultimi anni fiori ed erbe vengono ampiamente utilizzate anche in cucina. Sono sempre di più gli chef e gli operatori del settore gastronomico a sostenere che le piante spontanee e commestibili saranno il cibo del futuro: i piatti preparati con queste delizie sono infatti sempre più stimati e ricercati nella carta culinaria trentina.
Alcune di queste vengono inoltre sapientemente utilizzate dai casari di tutta la regione per aromatizzare formaggi freschi o stagionati. Quel tocco di sapore in più che, unito al latte di alta qualità, fa la differenza.